Vicenza evoca immediatamente palazzi tardo rinascimentali, il baccalà, i gatti. Ma tutte queste suggestioni si infrangono contro il muro di una freddezza che nemmeno il melodioso cantilenare del dialetto riesce a mitigare. Oppure è anche questa una ulteriore suggestione, dovuta alla mia prima volta a Vicenza sotto una fine pioggia che infastidisce più che bagnare. Venuti per ammirare le colorate opere di Van Gogh ci stupisce la mancanza di colore dovuta sicuramente alla giornata non proprio mite ed alla pioggia che rende il tutto di un fumoso marrone chiaro. Dopo un caffè ed il cornetto ci avviamo verso il centralissimo Corso Palladio, dedicato all'architetto che, si può ben dire, ha costruito Vicenza, nella sua vita operosa trascorsa quasi esclusivamente nella patria natia.
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La CaTTEDRALE
La Cattedrale è dedicata a Santa Maria Annunciata, è di origine paleocristiana ed è stata ricostruita più volte. La cupola fu progettata da Andrea Palladio, così come il portale laterale nord (ma non è sicuro) e la cappella Almerico. La facciata gotica è invece attribuita a Domenico da Venezia (XVI° sec.). L'interno della cattedrale è a navata unica, in stile gotico con varie cappelle laterali. Sotto l'altare maggiore, rialzato di un paio di metri rispetto al resto, il vasto sotterraneo che racchiude resti di una strada romana e notevoli parti delle basiliche dei secoli VIII° e XI°.
La mostra - van gogh - tra il grano e il cielo
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Dopo la visita guidata, fissata per le 12.30 percorriamo ancora la città accolti da un bel sole che se non arriva a riscaldare il corpo riscalda sicuramente il cuore. Corso Palladio taglia in due il centro storico fino a giungere al teatro Olimpico dove decidiamo di entrare, nonostante il costo non certo a buon mercato.
Il teatro olimpico
Inaugurato il 3 marzo 1585 con l'allestimento dell'Edipo Re di Sofocle, è il più antico teatro coperto al mondo. Gioiello artistico di Andrea Palladio, massima espressione della sua genialità, il teatro incanta i visitatori con la magia del suo interno, che simula l'ambientazione all'aperto dei teatri classici e con la spettacolare scenografia di Vincenzo Scamozzi. Intagliata nel legno e magnificamente decorata con pietra e stucchi, la scenografia raffigura le sette vie di Tebe. Progettata inizialmente per essere rimossa dopo la prima rappresentazione, è rimasta immutata nei secoli a incantare spettatori e visitatori di tutto il mondo con il suo elegante gioco prospettico.
E poi fu sera. Ancora un po' di tempo per vedere il Corso e la Piazza dei Signori illuminata e festante al dì di festa e con la notte che scendeva, nella sua precoce veste invernale, ci avviammo alla macchina per far ritorno a casa. Grazie alla gentile presenza di 4 compagne di viaggio (Katia, Anna, Nadia e Stephanie).