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30 giugno-Piccole Dolomiti: Suggestioni d'altura
Finisce giugno ed iniziano le grandi montagne. Grandi monti con un nome piccolo che non le rende però giustizia. Le Piccole Dolomiti non hanno niente da invidiare, in quanto a suggestioni d'altura (almeno a mio avviso) alle consorelle più grandi patrimoniate dall'Unesco. Alfin partimmo in tarda mattinata di sabato ultimo giorno di giugno da San Giorgio, Alta Lessinia, 1494 m. Meta di primo passo il rifugio Pertica, 1530 m. slm. passando per la Bella Lasta, una liscia semiverticale falesia calcarea visibile però da lontano. La bibita al rifugio, data la giornata particolarmente assolata ci sta tutta, nonostante il bosco in quasi discesa. Risaliamo per la strada ex militare fino al Rifugio Scalorbi (1790) dove pranziamo con gusto ma leggermente. Intorno verdissimi panorami, fioriture timide ed altre eclatanti sotto un cielo appena velato da qualche errabonda nuvola. Dallo Scalorbi in poi incomincia la fredda e friabile roccia del Carega e dei monti a lui d'intorno, Obante Fumante e Loveraste che scaliamo (solo alcuni passaggi tra roccette in realtà, dopo diversi saliscendi tra ripidi e radi prati alternati da infidi ghiaioni. I miei compagni di viaggio cominciano, nella discesa dopo il Loveraste (1980 m.), a risentire della stanchezza, al quale io sembro immune ma che mi viene addosso tutta all'improvviso prima di arrivare al Rifugio Campogrosso, per fortuna vicino. Dimenticavo l'incontro con un superbo esemplare di camoscio, con cui mi sono sbizzarrito con le foto. Sul mio personalissimo cartellino 16,6 km., difficili o comunque solo per allenati, 1113 m. di dislivello positivo. Dopo esserci messi a nostro agio in camerata ed aver fatto una doccia, sostanziosa cena, due chiacchiere sulla terrazza e tutti a nanna.
Finisce giugno ed iniziano le grandi montagne. Grandi monti con un nome piccolo che non le rende però giustizia. Le Piccole Dolomiti non hanno niente da invidiare, in quanto a suggestioni d'altura (almeno a mio avviso) alle consorelle più grandi patrimoniate dall'Unesco. Alfin partimmo in tarda mattinata di sabato ultimo giorno di giugno da San Giorgio, Alta Lessinia, 1494 m. Meta di primo passo il rifugio Pertica, 1530 m. slm. passando per la Bella Lasta, una liscia semiverticale falesia calcarea visibile però da lontano. La bibita al rifugio, data la giornata particolarmente assolata ci sta tutta, nonostante il bosco in quasi discesa. Risaliamo per la strada ex militare fino al Rifugio Scalorbi (1790) dove pranziamo con gusto ma leggermente. Intorno verdissimi panorami, fioriture timide ed altre eclatanti sotto un cielo appena velato da qualche errabonda nuvola. Dallo Scalorbi in poi incomincia la fredda e friabile roccia del Carega e dei monti a lui d'intorno, Obante Fumante e Loveraste che scaliamo (solo alcuni passaggi tra roccette in realtà, dopo diversi saliscendi tra ripidi e radi prati alternati da infidi ghiaioni. I miei compagni di viaggio cominciano, nella discesa dopo il Loveraste (1980 m.), a risentire della stanchezza, al quale io sembro immune ma che mi viene addosso tutta all'improvviso prima di arrivare al Rifugio Campogrosso, per fortuna vicino. Dimenticavo l'incontro con un superbo esemplare di camoscio, con cui mi sono sbizzarrito con le foto. Sul mio personalissimo cartellino 16,6 km., difficili o comunque solo per allenati, 1113 m. di dislivello positivo. Dopo esserci messi a nostro agio in camerata ed aver fatto una doccia, sostanziosa cena, due chiacchiere sulla terrazza e tutti a nanna.
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