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Facile escursione in Lessinia centrale dalla contrada Cappella Fasani a Malga Maso nella zona alta di Erbezzo alla ricerca dei fabbricati in pietra locale tipici ed esclusivi di questo territorio unico ed inimitabile. Si parte da Cappella Fasani (Erbezzo) al Bar Rosetta che fa angolo con Via Fasani di Sopra prendendo la stessa strada. Ci spostiamo quindi alla chiesa di San Pietro e giungiamo ad Erbezzo per una sosta caffé (Bar Alpino). Proseguiamo a nord per Valbusi e, in corrispondenza di Bernardi, teniamo a destra dove, tramite largo giro tra le contrade sperdute nel vasto territorio di Erbezzo, giungiamo a Malga Maso dove è prevista la sosta pranzo libera o presso la vicina Baita. Si riparte quindi per Malga Fagioli, Villa, Villanuova con direzione sud/sud-est, alcune contrade tipiche della Lessinia giungendo senza problemi al nostro punto di partenza.
CARATTERISTICHE: DISLIVELLO: 600m
DIFFICOLTA': facile
DISTANZA: 14 km
DURATA: 4/5 ore senza contare le soste
CARATTERISTICHE: DISLIVELLO: 600m
DIFFICOLTA': facile
DISTANZA: 14 km
DURATA: 4/5 ore senza contare le soste
Dal piccolo centro di Cappella Fasani raggiungiamo rapidamente la chiesetta, ora chiusa, di S.Pietro e poi risaliamo annoverando le contrade di Erbezzo: Manarini, Erbezzo stesso (sosta caffè al Bar Alpino), Campagna, Valbusi, Bernardi, Menegazzi (vendita formaggi), Strozzi (dove il grosso del gruppo prosegue per giro largo verso Arnezzo mentre in due, in scorta ad un compagno in difficoltà, raggiungiamo direttamente Malga Maso e la Baita omonima dove attendiamo il resto del gruppo per il desinare). Nel pomeriggio poi, dopo una brevissima salitella si scende verso il ritorno e precisamente verso e attraverso Fagioli, Villa, Villanuova, Vaccamozzi, Spinelli (che lasciamo lontano), Staffor, di nuovo la chiesa di S.Pietro per poi tornare in cappella Fasani. Oltre il vento, stupendo tramonto rosso al termine dell'escursione.
Erbezzo è antico comune cimbro. In epoca longobarda vi operavano i monaci della potente abbazia di San Colombano di Bobbio, che aveva già il possesso dei beni del priorato di Bardolino e di zone della Valpolicella. Il borgo è citato con i toponimi di Arbassium e Adarbassio fra i possedimenti della Carta di Wala, redatta nel 834 dall'abate di Bobbio Wala, cugino di Carlo Magno, ed in documenti successivi che confermano i possedimenti del monastro di Bobbio nei diplomi imperiali di Berengario I del 888, nel diploma di Guido II di Spoleto del 893, nel diploma di Lamberto II di Spoleto del 896 e nuovamente nel diploma di Berengario I del 2 settembre del 903; la cella monastica era divisa fra quattro livellari, era presente un mulino, ed il fondo agricolo rendevano al monastero di Bobbio annualmente 53 moggia di vino, ventun denari, otto polli ed uova. Fu popolato nel XIII secolo con un accordo del 1287, il vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala, chiamò dalla vicina Baviera dei coloni boscaioli tzimberer per disboscare le zone montane della Lessinia veronese di sua proprietà. Offrì loro la possibilità di costruirsi un dimora fissa sull'impegno di disboscare una parte assegnata di territorio. Questi tzimberer costituirono poi delle comunità più ampie, dette contrade, che diedero poi luogo alla formazioni di 13 comuni diversi sparsi nel territorio. Questi comuni godettero di particolari privilegi tanto nel XIV secolo sotto la signoria scaligera quanto successivamente sotto Venezia.
L'etimo deriva sembra da un deverbale di "erbezare", cioè "verdeggiare come erba".
L'etimo deriva sembra da un deverbale di "erbezare", cioè "verdeggiare come erba".
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