Torrenti ormai soli al sole solcano e scavano le dune di un lago che ancora è lungi dall'esser perduto. Sembra quasi che l'acqua, timida e freddolosa, si sia ritirata per l'inverno dando un tacito appuntamento all'anno prossimo. Come naufraghi sulle rive dell'isola perduta centinaia di persone, quasi a contrastare il ricordo della passerella gialla che ha fatto camminare sull'acqua del lago d'Iseo milioni di novelli Cristi, hanno camminato sul fondo scoperto del lago di Molveno, a rievocare biblici esodi. Probabilmente Molveno, inteso come paese, non ha mai visto in gennaio una tal messe di turisti se non di riflesso ad Andalo ed ai suoi impianti. Se lo spettacolo è inusuale e perciò affascinante permettetemi di ricordare e di rimpiangere il blu-verde del lago al suo top estivo. (vedi sotto)
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E' strano camminare, sollevando polvere, sul fondo di un lago dove, fino a poco tempo addietro, metri d'acqua esercitavano una discreta pressione e dove d'estate lo sciabordio dei wind-surf, il soffio del vento e le grida di bagnanti sono la colonna sonora nella hit-parade sotto le guglie, al contempo minacciose e rassicuranti, del Brenta.
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