LA STORIA DI CAMPIONE DEL GARDA
Fin dalle origini il paese ha assunto una forte vocazione artigianale ed industriale, ad a questa sua peculiare caratteristica fu sempre segnato nelle alterne vicende che si susseguirono nella sua storia. Infatti già dal 1500 era sede di cartiere, mulini e fucine. Lo sviluppo dell'attività delle filande crebbe molto nel XVIII secolo, quando venne aperta una nuova filanda dalla famiglia Archetti e relativa costruzione di Villa Archetti, ancora presente. Questa passò poi, a fine del secolo alla famiglia Bottura. Si apri però un periodo di crisi, durata fino al pieno Ottocento, che causò uno spopolamento del borgo. Grazie all'intervento nel 1896 di Giacomo Feltrinelli il borgo si ripopolò. In quel frangente storico la località venne rilanciata da un punto di vista produttivo. Il paese assunse la fisionomia di un villaggio operaio, come accade in altre località ad opera degli industriali. La crisi economica degli anni settanta provocò un'ulteriore chiusura del cotonificio nel 1981, fatto che determinò un ulteriore spopolamento e l'inizio del degrado del tessuto urbano.
Ora l'economia del paese si basa sul turismo, grazie anche ad una recente riqualificazione.
Fin dalle origini il paese ha assunto una forte vocazione artigianale ed industriale, ad a questa sua peculiare caratteristica fu sempre segnato nelle alterne vicende che si susseguirono nella sua storia. Infatti già dal 1500 era sede di cartiere, mulini e fucine. Lo sviluppo dell'attività delle filande crebbe molto nel XVIII secolo, quando venne aperta una nuova filanda dalla famiglia Archetti e relativa costruzione di Villa Archetti, ancora presente. Questa passò poi, a fine del secolo alla famiglia Bottura. Si apri però un periodo di crisi, durata fino al pieno Ottocento, che causò uno spopolamento del borgo. Grazie all'intervento nel 1896 di Giacomo Feltrinelli il borgo si ripopolò. In quel frangente storico la località venne rilanciata da un punto di vista produttivo. Il paese assunse la fisionomia di un villaggio operaio, come accade in altre località ad opera degli industriali. La crisi economica degli anni settanta provocò un'ulteriore chiusura del cotonificio nel 1981, fatto che determinò un ulteriore spopolamento e l'inizio del degrado del tessuto urbano.
Ora l'economia del paese si basa sul turismo, grazie anche ad una recente riqualificazione.
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campione
In cammino attraverso la Forra
pregasio
Il nome si fa derivare dal prefisso latino pre- davanti al nome di origine germanica "gas", bosco.
La chiesetta, dedicata a S. Marco, fu edificata nel 1564 durante il dominio veneto e completata nell'arco di un secolo, col muro di cinta e il campanile. L'interno, a pianta rettangolare, è a navata unica, sull’altare maggiore la pala raffigurante S.Marco con un Angelo risale al 1600. L'altare laterale è dedicato alla Madonna della salute. La chiesetta fu, nel passato, meta di processioni in caso di siccità e pestilenze. Un tempo si celebrava la festa del Santo, che ricorre il 25 aprile, ornando il paese con archi di frasche e rami di ulivo e invitando parenti ed amici a mangiare lo "spongadì" (dolce tipico di Tremosine) e capretto.
Pregasio è collegata a Campione da un ripido sentiero, che s'imbocca seguendo la strada a destra della chiesa. Scendendo, si passa per la località Lò, sede dì un’antica cava di pietra e, circa a metà percorso, si incontra la diga artificiale che serviva alla centrale del Cotonificio Olcese di Campione.
A Pregasio, durante la prima guerra mondiale, arrivava dal lago una teleferica militare, per il trasporto delle merci.
La chiesetta, dedicata a S. Marco, fu edificata nel 1564 durante il dominio veneto e completata nell'arco di un secolo, col muro di cinta e il campanile. L'interno, a pianta rettangolare, è a navata unica, sull’altare maggiore la pala raffigurante S.Marco con un Angelo risale al 1600. L'altare laterale è dedicato alla Madonna della salute. La chiesetta fu, nel passato, meta di processioni in caso di siccità e pestilenze. Un tempo si celebrava la festa del Santo, che ricorre il 25 aprile, ornando il paese con archi di frasche e rami di ulivo e invitando parenti ed amici a mangiare lo "spongadì" (dolce tipico di Tremosine) e capretto.
Pregasio è collegata a Campione da un ripido sentiero, che s'imbocca seguendo la strada a destra della chiesa. Scendendo, si passa per la località Lò, sede dì un’antica cava di pietra e, circa a metà percorso, si incontra la diga artificiale che serviva alla centrale del Cotonificio Olcese di Campione.
A Pregasio, durante la prima guerra mondiale, arrivava dal lago una teleferica militare, per il trasporto delle merci.
pieve
Pieve, capoluogo del Comune di Tremosine tra le 18 frazioni che lo compongono, si trova sulla sommità di una falesia scavata dal ghiacciaio. Il Garda è a m. 65 s.l.m., il capoluogo a m. 423 s.l.m. Per secoli li ha uniti uno dei sentieri più belli del mondo, il Sentiero del porto, e ancora vi si può andare gustando un panorama mozzafiato e lasciandosi accarezzare dalla brezza che viene dal lago. L’antico selciato e le pietre annerite dei muretti di riparo raccontano di uomini e baratti, di merci portate a spalla con fatica mostruosa. Arrivati in alto, la terrazza su cui a fine Ottocento è stata montata la teleferica ti riconcilia con il paradiso intorno. Su e giù, giù e su, prima per arrivare al porto, quasi nascosto al piede della valletta, poi per raggiungere il cotonificio, a Campione, fonte di lavoro per centinaia di operai. Su e giù anche per andare in montagna, a tagliar erba per gli animali, legna per il focolare ma anche per la calchéra e il poiàt. Poi la caccia, la stalla, la locanda... Pieve vive ancora questa dimensione tra lago e cielo, mentre il Baldo, la montagna imponente che si allunga sulla riva veronese, assomiglia ad un guardiano attento e fedele. Al tramonto, quando la pianura, in fondo, s’incendia di rosso fuoco, il grappolo delle case intorno al Castèl e alla chiesa ti accoglie nei suoi vicoli stretti e ti protegge.
La chiesa di San Giovanni Battista Esisteva già nell'VIII-IX secolo una cappella, poi abbattuta per far posto alla pieve, in stile romanico, dedicata a Santa Maria, citata in una bolla del 1186 del papa Urbano III. Di quell’epoca restano il campanile e alcuni muri della canonica. Infatti intorno al 1570 la chiesa romanica fu demolita e fu costruito un nuovo edificio sacro, dedicato a San Giovanni Battista. Oltre agli altari essa custodisce veri e propri capolavori, tra cui la cantoria del presbiterio e gli scranni e il bancone in legno della sacrestia, opera del primo Settecento dello scultore Giacomo Luchini. MUSEO
La chiesa di San Giovanni Battista Esisteva già nell'VIII-IX secolo una cappella, poi abbattuta per far posto alla pieve, in stile romanico, dedicata a Santa Maria, citata in una bolla del 1186 del papa Urbano III. Di quell’epoca restano il campanile e alcuni muri della canonica. Infatti intorno al 1570 la chiesa romanica fu demolita e fu costruito un nuovo edificio sacro, dedicato a San Giovanni Battista. Oltre agli altari essa custodisce veri e propri capolavori, tra cui la cantoria del presbiterio e gli scranni e il bancone in legno della sacrestia, opera del primo Settecento dello scultore Giacomo Luchini. MUSEO