Sono rimontato in sella dopo "eoni" che mi hanno visto privilegiare il cosiddetto cavallo di San Francesco nei confronti della bicicletta. E per farlo ho dovuto logicamente metterla a punto, anzi farla mettere a punto. Si lo so, sono apatico svogliato ed in questo periodo sempre stanco (sarà la primavera). Ma la piccola vessazione di mettere Marco al mio servizio è stata quasi obbligata. E così con le ruote gonfie (o quasi) sono arrivato ad Avio, dall'amico Augusto e dalla sua, prossimamente più numerosa, famiglia. Abbiamo percorso il nuovo tragitto della ciclabile del Sole, quello a sinistra dell'Adige, di recente raccordato e ristrutturato con la ciclabile che arriva dal Brennero che, fino a poco tempo fa, si fermava a Borghetto, quindi al confine tra il Trentino ed il Veneto (oppure, sentendo alcuni, tra l'ex Regno d'Italia e il defunto Impero Asburgico). Fino alla Sega di Cavaion, circa 35 km., tutto bene. Ma sulla salitella che dalla statale riprende la ciclopista sul canale ho avuto una defaillance non indifferente. Mancavano pochi chilometri, circa una decina per arrivare a Verona, meta intermedia del nostro peregrinare ma ho capito che non ce l'avrei fatta. Dopo aver desinato semplicemente a Bussolengo noi tre moschettieri (Enrico, Augusto e Paolo) ci siamo separati: Augusto per perseguire la meta ed il conseguente ritorno in sella, io e Paolo per il ritorno al punto di partenza, tagliando gli ultimi 20 km. del tragitto completo. A Volargne ho lasciato proseguire Paolo da solo (molto più in forma sulle due ruote di me) e mi sono soffermato a Villa del Bene per riposare ma anche per dare un'occhiata, tramite visita guidata della graziosa Elisa, al maniero da poco rimesso in sesto dal lavoro della Proloco locale. Propongo qui sotto alcune info, oltre alle foto nella gallery ed alcuni link.
Villa Del Bene è una villa veneta situata lungo la sponda del fiume Adige in località Volargne, nel comune di Dolcè in provincia di Verona. La villa fu costruita a partire dal XV secolo ed ampliata intorno al 1560 dalla famiglia Del Bene. Per l’eccezionale valore architettonico, nel 1926 la villa fu dichiarata monumento di interesse nazionale e da allora è di proprietà dello Stato Italiano.
Le prime e più antiche strutture del complesso architettonico furono edificate nel Quattrocento. Nel 1539 la villa fu venduta da Antonio Malfatti a Giovanni Del Bene, che la ampliò e la fece decorare con affreschi. Il portale d’ingresso, costruito nel 1551 da Michele Sammicheli con un alto volere simbolico, collega tramite un doppio filare di cipressi all’ingresso della villa, costituito da una serie di cortili. Nella parte settentrionale del primo cortile si trova l’edificio più antico, realizzato con una loggia sorretta da un porticato. Il secondo cortile è invece dominato da una torre merlata che aveva funzione di colombaia, anch’essa con portico. Nelle vicinanze vi si trovano le stalle settecentesche, strutture per l’allevamento del baco da seta, un pozzo ottagonale e le cucine. Tutto il complesso architettonico è decorato con ricchi affreschi di Domenico Brusasorzi, Nicola Crollalanza e Bernardino India.
via Villa del Bene 2, 37020 Dolcè località Volargne (VR) Telefono: 0455118908
www.villadelbene.it
[email protected]
Informazioni Apertura: lunedì chiuso; martedì chiuso; mercoledì chiuso; giovedì chiuso; venerdì chiuso; sabato chiuso; domenica 10-19; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Dopo la visita ho ripreso il "cammino" su due ruote ma la scarsa forma e la stanchezza sempre più opprimente mi facevano fermare ad ogni piè sospinto. Giunto ad Ossenigo ho chiamato (grazie Marconi che ha inventato il telefono, checchè se ne dica) la mia consorte che, accompagnata da Luisa la padrona di casa, è venuta a riprendere le mie stanche ossa e le mie spente due ruote, riportandole al punto di partenza ed al nostro ritorno, non prima di un corroborante dolce alla ricotta e mandorle preparato dalla neo-mamma Angela, sempre più splendente.
Villa Del Bene è una villa veneta situata lungo la sponda del fiume Adige in località Volargne, nel comune di Dolcè in provincia di Verona. La villa fu costruita a partire dal XV secolo ed ampliata intorno al 1560 dalla famiglia Del Bene. Per l’eccezionale valore architettonico, nel 1926 la villa fu dichiarata monumento di interesse nazionale e da allora è di proprietà dello Stato Italiano.
Le prime e più antiche strutture del complesso architettonico furono edificate nel Quattrocento. Nel 1539 la villa fu venduta da Antonio Malfatti a Giovanni Del Bene, che la ampliò e la fece decorare con affreschi. Il portale d’ingresso, costruito nel 1551 da Michele Sammicheli con un alto volere simbolico, collega tramite un doppio filare di cipressi all’ingresso della villa, costituito da una serie di cortili. Nella parte settentrionale del primo cortile si trova l’edificio più antico, realizzato con una loggia sorretta da un porticato. Il secondo cortile è invece dominato da una torre merlata che aveva funzione di colombaia, anch’essa con portico. Nelle vicinanze vi si trovano le stalle settecentesche, strutture per l’allevamento del baco da seta, un pozzo ottagonale e le cucine. Tutto il complesso architettonico è decorato con ricchi affreschi di Domenico Brusasorzi, Nicola Crollalanza e Bernardino India.
via Villa del Bene 2, 37020 Dolcè località Volargne (VR) Telefono: 0455118908
www.villadelbene.it
[email protected]
Informazioni Apertura: lunedì chiuso; martedì chiuso; mercoledì chiuso; giovedì chiuso; venerdì chiuso; sabato chiuso; domenica 10-19; i giorni e gli orari di apertura possono subire variazioni. Apertura/Chiusura annuale: sempre aperto
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Dopo la visita ho ripreso il "cammino" su due ruote ma la scarsa forma e la stanchezza sempre più opprimente mi facevano fermare ad ogni piè sospinto. Giunto ad Ossenigo ho chiamato (grazie Marconi che ha inventato il telefono, checchè se ne dica) la mia consorte che, accompagnata da Luisa la padrona di casa, è venuta a riprendere le mie stanche ossa e le mie spente due ruote, riportandole al punto di partenza ed al nostro ritorno, non prima di un corroborante dolce alla ricotta e mandorle preparato dalla neo-mamma Angela, sempre più splendente.
Dimenticavo! Grazie ai gentili grigliatori che ci avevano proposto,nell'andata, di dividere il loro desinare con loro tradendo però i nostri propositi ciclistici. Come fatto. Il bianchino offerto era comunque ottimo!