Cima Lagoscuro ed il Sentiero dei Fiori.
Il nome può trarre in inganno, anzi lo fa sicuramente. Di fiori se ne vedono pochi specialmente a transitarvi al di fuori dell'epoca della fioritura, che dicono abbondante. Contando che andiamo dai 2585 di Passo Paradiso ai 3160 della Cima probabilmente l'aggettivo abbondante è alquanto pomposo ma comunque la bella ed ardita ferrata, non difficile ma con alcuni tratti molto tecnici che richiedono concentrazione, merita la visita per poi consegnarti, sia durante la salita che al culmine della cima, una vista mozzafiato sui monti e le vallate circostanti (Val Camonica, Val di Sole, Adamello, Carè Alto, Presanella, Bernina etc..). Oltre agli aspetti botanici ed adrenalinici abbiamo anche un'immersione nella storia geologica della montagna, con graniti di vari tipi (scusate se non approfondisco ma sono ignorante in materia) e soprattutto nella storia recente della Prima Guerra Mondiale che qui vide uno dei suoi fronti più "caldi". Il percorso è descritto storicamente da alcune tabelle, che seguono un percorso cronologico per raccontare le varie fasi delle battaglie (e le immancabili carneficine) cui fecero da sfondo questi monti, aspri ma affascinanti. Il giro è lungo, in totale 7 ore di buon passo scendendo dal Maroccaro e lambendo quindi il ghiacciaio. All'attacco dopo la salita della funivia veniamo messi a conoscenza che l'intero percorso ad anello è sconsigliato per motivi di sicurezza in quanto sono in corso (dovrebbero concludersi entro la stagione invernale) i lavori per l'ammodernamento della seggiovia che porta sul ghiacciaio Presena. Già dall'uscita della funivia sembra di stare in un cantiere. E' sicuramente una brutta vista quella del telo steso sul ghiacciaio ma, come si dice, a mali estremi, estremi rimedi. Il cattivo stato dei ghiacciai dovuto al precoce scioglimento si tocca qui con mano e con gli occhi, specie se si ha avuto la fortuna di venirci fino a pochi lustri fa, con il ghiacciaio che permetteva l'allenamento estivo della nazionale Italiana di sci e che si estendeva fino alle porte della funivia. Per prudenza, quindi, siamo saliti e ridiscesi dallo stesso versante (anche se molti non hanno seguito i consigli dei cartelli), devo dire facendo più fatica nel ritorno che non al mattino. Il pranzo, seduti sui picchi di Cima Lagoscuro (a proposito, nemmeno questo abbiamo visto poichè coperto da nebbie incipienti), seppur frugale è degno di un terrazza di Grand Hotel perchè anche le labbra sono concentrate nell'ammirazione, non certo sussurrata, per la magnifica vista. Grazie a Gino per la proposta che ha visto componenti di ben 4 SAT (eravamo in 8) godersi la stupenda giornata di sole in quota. Ricapitolando quindi i chilometri sono stati circa 14 con circa 6 ore di cammino. Il dislivello è minimo (574 m.) ma vi assicuro che l'ho sentito nelle gambe. Sotto qualche cenno storico. Dimenticavo: molto suggestiva la mostra audiovisiva nella Galleria sottostante l'arrivo della funivia. Si entra in un ambiente in penombra accolti da suoni e voci che mirano ad evocare (e ci riescono benissimo) la fredda e triste notte della Guerra Bianca, ed il motivo del nome è facilmente intuibile. Alcune bacheche contenenti reperti raccolti dal ghiacciaio e spiegazioni sui luoghi ed i fatti, portano il visitatore a toccare quasi con mano le sofferenze dei combattenti, di cui i più morirono di freddo, fame e stenti piuttosto che di piombo. L'inverno del '16, infatti, fu storicamente uno dei più freddi ed abbondanti di neve del secolo. Ho fatto un video che posterò su questa pagina ma non sò se riuscirò a rendere l'idea.
Qui sotto c'è un libretto, edito nel 2011, con il contesto storico e specifico dei luoghi e il racconto, anche in termini botanici del sentiero dei fiori.
libretto2011.pdf |