"Quando le tue gambe sono stanche cammina con il cuore" (Paulo Coelho)
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Un'escursione nei boschi che ricoprono le pendici orientali della Valle del Sarca, tra il Bosco Caproni e la piccola frazione di Braila, dove insegnava la maestra a cui è dedicato questo sentiero. La Signora Ketty Bombardelli, nata Tantardini, agli inizi del '900 insegnava presso la scuola elementare di Dro, ma abitava col marito nel piccolo borgo di Braila, oltre 500 metri sopra Dro. Ogni mattina, la maestra scendeva da un ripido sentiero per andare al lavoro, ed ogni sera vi risaliva. Si dice che al ritorno il marito, contadino in Braila, scendesse per aiutarla a superare l'ultimo, ripidissimo tratto del sentiero, inserendo la minuta ma tosta signora in una gerla per la legna.
CARATTERISTICHE: Partenza Il piccolo centro di Moletta o, poco più avanti, Massone (rist. Aurora)
DIFFICOLTA': media/difficile (Solo per escursionisti esperti ed allenati -EE) -
DISLIVELLO: 550m
LUNGHEZZA: 13,5 km
DURATA: 5 ore senza contare le soste
CARATTERISTICHE: Partenza Il piccolo centro di Moletta o, poco più avanti, Massone (rist. Aurora)
DIFFICOLTA': media/difficile (Solo per escursionisti esperti ed allenati -EE) -
DISLIVELLO: 550m
LUNGHEZZA: 13,5 km
DURATA: 5 ore senza contare le soste
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Vapore....umano
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Situato tra il Lago di Garda, il lago di Cavedine e il lago di Toblino, a sud della Paganella, Dro è una delle più antiche comunità della valle del Sarca. I tradizionali portali scolpiti di pietra, le torri, i piccoli archi e le stradine irregolari sono testimonianze del periodo medioevale. Di notevole interesse storico architettonico sono: la chiesa sconsacrata dei S.S. Sisinio, Martirio e Alessandro, la chiesa Barocca di S. Antonio, il ponte romano di Ceniga e la torre Guaita di Pietramurata.
Il paesaggio che circonda Dro è suggestivo, l’aspetto quasi desertico si alterna con angoli ricchi di vegetazione. Da una parte le Marocche, blocchi di roccia dalle dimensioni gigantesche e di origine glaciale, sono riconosciute come biotopo e sono le più estese d’Europa. Dall’altra le coltivazioni di frutteti e vigneti, che producono le rinomate prugne di Dro e il tipico Vino Santo. Dro è conosciuta tra gli appassionati di free climbing e arrampicata, è il punto di partenza di alcune tra le più belle pareti rocciose. La sua posizione offre la possibilità di escursioni e passeggiate, sia a piedi che in mountain bike. Negli ultimi anni Dro è diventato centro propulsore di performance artistiche. La storica centrale idroelettrica di Fies è adibita a centro di creazione e produzione delle arti contemporanee. Ogni anno ospita il Festival Drodesera, laboratorio di sperimentazione e sede di eventi internazionali. |
Salendo nella lecceta si arriva al culmine del dosso Vastrè. Da qui è possibile addentrarsi nel sentiero delle trincee, ripristinato dal Gruppo Alpini di Arco, che si sviluppa lungo un esteso sistema trincerato, apprestato qui dai comandi austriaci per controllare la valle del Sarca: mozzafiato sono i panorami sul castello di Arco, sul Monte Brione sui paesi di Dro e Ceniga, sulle imponenti balze rocciose della Valle del Sarca. Le trincee di Massone sono inserite in un percorso storico-naturalistico di notevole bellezza. L'area denominata “Bosco Caproni” è così chiamata perché un tempo era di proprietà dell'omonima famiglia tra i cui componenti il famoso Gianni Caproni, nato nel 1886 proprio a Massone, uno dei “pionieri dell'aria” (cui è dedicato l'aeroporto di Trento). Nel 1996 il Comune di Arco ha acquistato l'area dagli eredi di Gianni Caproni, morto nel 1957, e dal 2004 i servizi provinciali hanno messo in sicurezza il percorso storico-naturalistico Bosco Caproni. Il bosco si estende per circa 44 ettari alla base del fianco occidentale del Monte Stivo ed è accessibile comodamente dalla frazione arcense di Massone. Caproni acquistò questi ed altri terreni con intento di bonifica e rimboschimento, e con ciò garantì lavoro a decine di famiglie povere nel periodo fra le due guerre. Attualmente di proprietà del Comune di Arco, il bosco è stato oggetto di intervento di riqualificazione del Servizio Conservazione e Valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento che ha realizzato un percorso storico-naturalistico che consente di scoprire sia l'affascinante e misterioso ambiente delle cave, sia il bosco sotto il profilo naturalistico.
Notevole interesse suscitano inoltre le cave di oolite (foto sotto), attive fino agli inizi del Novecento che, scavate profondamente nella roccia del dosso di Vastrè, si presentano con grandiosi antri oscuri. Qui veniva estratta la pietra statuaria nota come il bianco di Arco: una particolare lavorazione consisteva nella realizzazione di tubi per gli acquedotti, ecco perchè resti di queste tubazioni si rinvengono ancora qua e là nelle campagne dei paesi del basso Sarca. Con questa pietra sono state inoltre scolpite alcune opere presenti nella Chiesa della Collegiata e la statua del Mosè nella piazza di Arco, la fontana di Piazza Duomo a Trento, le statue di Prato della Valle a Padova e quelle che ornano il ponte Taro a Parma. Durante la Seconda Guerra Mondiale le cave vennero usate come rifugio antiaereo dagli abitanti di Massone e San Martino.
Lasciamo l'antico paesino di Braila da vedere per incompatibilità tempistica con l'apertura del ristorante.
Difficile per alcuni infidi passaggi da affrontare con fermezza di passo ed assenza di vertigini la discesa verso Dro, reale sentiero "della maestra", fino ad arrivare al piano sul prosieguo del Sentiero delle Marocche. Dopo un km. o due deviamo verso il Ristorante da Alfio
E per finire, passando davanti al fascinoso lago di Toblino non ho potuto esimermi dal farvi un breve reportage fotografico.