da_punta_s.vigilio_a_crero.gpx | |
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Panoramica escursione sul lato sudorientale del lago di Garda con partenza dai parcheggi di San Vigilio, con visita alle incisioni rupestri del monte Luppia fino al borgo di Crero, con la sua splendida posizione ed il meraviglioso panorama sul lago. Un giro ad anello non impegnativo che si sviluppa su un dislivello che non
supera i 300 m.
CARATTERISTICHE: DIFFICOLTA': facile/media
DISLIVELLO: 430 m
DISTANZA: 15 km - DURATA: 5 ore senza conteggiare le soste
supera i 300 m.
CARATTERISTICHE: DIFFICOLTA': facile/media
DISLIVELLO: 430 m
DISTANZA: 15 km - DURATA: 5 ore senza conteggiare le soste
Il sentiero che sale verso la zona dei graffiti, è indicato, mediante un cartello di legno, già dalla strada Gardesana
(coordinate N 45° 34' 36", E 10° 40' 54"). Anche provenendo dalla lunga e stretta spiaggia che, più in basso, unisce
Garda a Punta S. Vigilio, poco distante dalla punta stessa si può trovare una indicazione analoga a quella presente
sulla Gardesana, e che a quest’ultima conduce. Il primo tratto è sulla antica strada dei Castei, che congiungeva Garda a Torri, larga e ancora in parte selciata. Il nostro sentiero si stacca però un centinaio di metri più avanti, sulla destra.
Il sentiero, dal fondo piuttosto sconnesso, passa in mezzo a una fitta vegetazione. Sarebbero consigliabili della
calzature adeguate, ma in mancanza di meglio, anche delle normali scarpe da ginnastica possono bastare, a patto di
fare attenzione nei punti piu’ difficili. I punti in cui possiamo osservare le incisioni rupestri sono due, e si trovano ad una quota di circa 200m s.l.m.; per confronto il lago è a 64 m s.l.m..
ROCCIA DELLE GRISELLE
Sulla prima roccia, si possono notare disegni di imbarcazioni del 19° secolo. Una di queste e’ piuttosto grande (più di
mezzo metro di altezza) e ricca di dettagli: tra questi figurano le scalette di corda, chiamate griselle, che danno il nome alla roccia. Lo scopritore delle incisioni, nel 1964, vide per prime queste figure; liberando il resto della roccia dalla terra sovrastante, riportò alla luce rappresentazioni di uomini, armi e croci. Le armi permettono di far risalire le incisioni più antiche, all’inizio del primo millennio a.C., cioè più o meno tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro.
Queste ultime sono di difficile localizzazione e riconoscimento, a differenza delle imbarcazioni, che sono ben visibili. In
ogni caso sarà difficile o impossibile osservare tutti i dettagli studiati dagli esperti: bagnare le incisioni o osservarle con
luce radente (ad esempio all’alba o al tramonto, oppure con illuminazione artificiale) può far risaltare molto meglio i
dettagli o le incisioni poco profonde, ma per uno studio scientifico approfondito sarebbe necessario applicare tecniche
particolari appositamente studiate.
Una cosa che si nota, e che infastidisce molto, è che ci sono dei segni che qualcuno ha tracciato con dei sassi, seguendo le antiche incisioni. Non se ne comprende la ragione, lo si può considerare un atto di vandalismo. D’altra parte proteggere le incisioni, mantenendole visitabili, sarebbe costoso, e potrebbe semplicemente
portare a impedirne la visione. E in effetti c’è chi pensa di farlo (con queste e/o con altre nella zona), ad esempio sotterrandole, anche perchè gli agenti atmosferici deteriorano, nel tempo, queste testimonianze del passato.
Le incisioni sono state realizzate con la tecnica della martellinatura che consiste nell’asportare frammenti di roccia, percuotendola con pietre più dure.
IL GHIACCIO
Ciò che colpisce nell’osservare queste rocce calcaree, è che sono lisce (e per questo localmente sono chiamate anche
“liscioni”), sembrano quasi delle “tele” naturali, o delle lavagne. La ragione per cui hanno questo aspetto e questa forma, e per cui sono così lisce, è che sono state modellate dal movimento del ghiaccio, nelle ultime ere glaciali. Come si sa, infatti, i ghiacciai non sono immobili, e nel loro movimento spezzano, trascinano, modellano, levigano, ed erodono.
In questa zona le rocce che presentano questo particolare aspetto sono parecchie. Il ghiaccio, che qui ha raggiunto
circa il chilometro di spessore, ha dato loro delle forme interessanti da osservare. Oggi i ghiacciai occupano 1\10 delle terre emerse, ma nell’ultimo milione di anni, cioè approssimativamente nella seconda metà del Quaternario, l’era che stiamo attualmente vivendo, si sono estesi e contratti per 11 volte. Al massimo della loro espansione occupavano 1\3 della superficie emersa. L'ultima glaciazione, detta del Würm, iniziò 75’000 anni fa, e raggiunse il suo massimo 20’000 anni fa. Lo spessore ghiaccio in Europa era di 2000-3000 metri e la calotta, partendo dal polo nord, arrivava fino alla latitudine di Londra. Le Alpi erano coperte da un'unica calotta che, a sud, si estendeva fino alla pianura. Essa ha scavato i laghi glaciali Maggiore, d'lseo, di Como e di Garda. Ad indicarci oggi il confine meridionale del ghiacciaio del Garda, è rimasta la morena frontale, che oggi delimita la riva meridionale del lago. Circa 15000 anni fa, iniziò l’inversione climatica che portò alla fine convenzionale dell’era glaciale, 10300 anni fa (cioè nel 8300 a.C.).
(coordinate N 45° 34' 36", E 10° 40' 54"). Anche provenendo dalla lunga e stretta spiaggia che, più in basso, unisce
Garda a Punta S. Vigilio, poco distante dalla punta stessa si può trovare una indicazione analoga a quella presente
sulla Gardesana, e che a quest’ultima conduce. Il primo tratto è sulla antica strada dei Castei, che congiungeva Garda a Torri, larga e ancora in parte selciata. Il nostro sentiero si stacca però un centinaio di metri più avanti, sulla destra.
Il sentiero, dal fondo piuttosto sconnesso, passa in mezzo a una fitta vegetazione. Sarebbero consigliabili della
calzature adeguate, ma in mancanza di meglio, anche delle normali scarpe da ginnastica possono bastare, a patto di
fare attenzione nei punti piu’ difficili. I punti in cui possiamo osservare le incisioni rupestri sono due, e si trovano ad una quota di circa 200m s.l.m.; per confronto il lago è a 64 m s.l.m..
ROCCIA DELLE GRISELLE
Sulla prima roccia, si possono notare disegni di imbarcazioni del 19° secolo. Una di queste e’ piuttosto grande (più di
mezzo metro di altezza) e ricca di dettagli: tra questi figurano le scalette di corda, chiamate griselle, che danno il nome alla roccia. Lo scopritore delle incisioni, nel 1964, vide per prime queste figure; liberando il resto della roccia dalla terra sovrastante, riportò alla luce rappresentazioni di uomini, armi e croci. Le armi permettono di far risalire le incisioni più antiche, all’inizio del primo millennio a.C., cioè più o meno tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro.
Queste ultime sono di difficile localizzazione e riconoscimento, a differenza delle imbarcazioni, che sono ben visibili. In
ogni caso sarà difficile o impossibile osservare tutti i dettagli studiati dagli esperti: bagnare le incisioni o osservarle con
luce radente (ad esempio all’alba o al tramonto, oppure con illuminazione artificiale) può far risaltare molto meglio i
dettagli o le incisioni poco profonde, ma per uno studio scientifico approfondito sarebbe necessario applicare tecniche
particolari appositamente studiate.
Una cosa che si nota, e che infastidisce molto, è che ci sono dei segni che qualcuno ha tracciato con dei sassi, seguendo le antiche incisioni. Non se ne comprende la ragione, lo si può considerare un atto di vandalismo. D’altra parte proteggere le incisioni, mantenendole visitabili, sarebbe costoso, e potrebbe semplicemente
portare a impedirne la visione. E in effetti c’è chi pensa di farlo (con queste e/o con altre nella zona), ad esempio sotterrandole, anche perchè gli agenti atmosferici deteriorano, nel tempo, queste testimonianze del passato.
Le incisioni sono state realizzate con la tecnica della martellinatura che consiste nell’asportare frammenti di roccia, percuotendola con pietre più dure.
IL GHIACCIO
Ciò che colpisce nell’osservare queste rocce calcaree, è che sono lisce (e per questo localmente sono chiamate anche
“liscioni”), sembrano quasi delle “tele” naturali, o delle lavagne. La ragione per cui hanno questo aspetto e questa forma, e per cui sono così lisce, è che sono state modellate dal movimento del ghiaccio, nelle ultime ere glaciali. Come si sa, infatti, i ghiacciai non sono immobili, e nel loro movimento spezzano, trascinano, modellano, levigano, ed erodono.
In questa zona le rocce che presentano questo particolare aspetto sono parecchie. Il ghiaccio, che qui ha raggiunto
circa il chilometro di spessore, ha dato loro delle forme interessanti da osservare. Oggi i ghiacciai occupano 1\10 delle terre emerse, ma nell’ultimo milione di anni, cioè approssimativamente nella seconda metà del Quaternario, l’era che stiamo attualmente vivendo, si sono estesi e contratti per 11 volte. Al massimo della loro espansione occupavano 1\3 della superficie emersa. L'ultima glaciazione, detta del Würm, iniziò 75’000 anni fa, e raggiunse il suo massimo 20’000 anni fa. Lo spessore ghiaccio in Europa era di 2000-3000 metri e la calotta, partendo dal polo nord, arrivava fino alla latitudine di Londra. Le Alpi erano coperte da un'unica calotta che, a sud, si estendeva fino alla pianura. Essa ha scavato i laghi glaciali Maggiore, d'lseo, di Como e di Garda. Ad indicarci oggi il confine meridionale del ghiacciaio del Garda, è rimasta la morena frontale, che oggi delimita la riva meridionale del lago. Circa 15000 anni fa, iniziò l’inversione climatica che portò alla fine convenzionale dell’era glaciale, 10300 anni fa (cioè nel 8300 a.C.).
VERSO LA ROCCIA DEI CAVALIERI
Il bosco in cui si trovano le rocce, è ricco di animali, come ad esempio gli scoiattoli, che si nutrono delle ghiande delle
numerose querce. Vi si possono osservare anche molti insetti, come ad esempio le mantidi religiose.
Proseguendo per qualche centinaio di metri, si giunge alla roccia dove si trovano le incisioni rupestri successive: la roccia dei cavalieri. Il nome deriva dalla presenza di dodici cavalieri armati a cavallo. Non è chiaro a quale epoca risalgano: forse al primo millennio a.C. o ad epoche successive.
Sulla stessa roccia si trovano altre incisioni raffiguranti imbarcazioni, lettere dell’alfabeto, animali e figure umane sessuate. Le figure sono spesso molto stilizzate e quindi prive di dettagli. Questo, probabilmente, è almeno in parte dovuto alla consistenza della roccia calcarea che spaccandosi in schegge non consente l’incisione di dettagli fini. E probabilmente anche al fatto che, coloro che le realizzarono, non erano “incisori esperti”. È probabile che gli autori delle incisioni, fossero gli abituali frequentatori di queste zone, cioè i cercatori di metalli (in zona vi è un giacimento di ossidi di ferro anticamente usati per costruire armi) e i pastori.
Il bosco in cui si trovano le rocce, è ricco di animali, come ad esempio gli scoiattoli, che si nutrono delle ghiande delle
numerose querce. Vi si possono osservare anche molti insetti, come ad esempio le mantidi religiose.
Proseguendo per qualche centinaio di metri, si giunge alla roccia dove si trovano le incisioni rupestri successive: la roccia dei cavalieri. Il nome deriva dalla presenza di dodici cavalieri armati a cavallo. Non è chiaro a quale epoca risalgano: forse al primo millennio a.C. o ad epoche successive.
Sulla stessa roccia si trovano altre incisioni raffiguranti imbarcazioni, lettere dell’alfabeto, animali e figure umane sessuate. Le figure sono spesso molto stilizzate e quindi prive di dettagli. Questo, probabilmente, è almeno in parte dovuto alla consistenza della roccia calcarea che spaccandosi in schegge non consente l’incisione di dettagli fini. E probabilmente anche al fatto che, coloro che le realizzarono, non erano “incisori esperti”. È probabile che gli autori delle incisioni, fossero gli abituali frequentatori di queste zone, cioè i cercatori di metalli (in zona vi è un giacimento di ossidi di ferro anticamente usati per costruire armi) e i pastori.
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Albisano - La frazione di Albisano si trova proprio sopra Torri del Benaco, arrampicata sulla montagna a 309 metri s.l.m., in una splendida posizione che offre una vista stupenda del lago di Garda, del paese capoluogo e della borgate circostanti; l’abitato è raccolto attorno alla piazza e alla chiesa parrocchiale di san Martino.
Da epoca immemorabile la zona era coltivata a vigneti e cereali, come testimonierebbero i nomi di alcune località quali Sorti (zona concessa ai legionari romani veterani di guerra e, appunto, assegnata tramite estrazione a sorte) e Bré (non coperta da boschi come le zone circostanti ma coltivata); altre borgate e contrade tutto intorno hanno conosciuto prosperità in passato grazie ai piccoli corsi d’acqua e alle sorgenti, agli uliveti secolari e alla strada chele attraversava, si dice già in epoca romana, e che portava verso l’entroterra e la zona di Caprino: località Bardino, località Coi (in passato borgo fortificato), Sevino, Campiano (abbandonato dagli abitanti prima della fine del ‘700 in seguito ad una pestilenza, Loncrino (così chiamato dai “Loncrini” che vi abitavano, nome derivante da “Ronchlin” o “Ronchi”, che indica terreni disboscati), Valmagra: tutte borgate in passato abitate da contadini mentre Torri del Benaco, giù in riva al lago di Garda, rinserrato nelle mura, era abitato da pescatori, mercanti e soldati.
Da epoca immemorabile la zona era coltivata a vigneti e cereali, come testimonierebbero i nomi di alcune località quali Sorti (zona concessa ai legionari romani veterani di guerra e, appunto, assegnata tramite estrazione a sorte) e Bré (non coperta da boschi come le zone circostanti ma coltivata); altre borgate e contrade tutto intorno hanno conosciuto prosperità in passato grazie ai piccoli corsi d’acqua e alle sorgenti, agli uliveti secolari e alla strada chele attraversava, si dice già in epoca romana, e che portava verso l’entroterra e la zona di Caprino: località Bardino, località Coi (in passato borgo fortificato), Sevino, Campiano (abbandonato dagli abitanti prima della fine del ‘700 in seguito ad una pestilenza, Loncrino (così chiamato dai “Loncrini” che vi abitavano, nome derivante da “Ronchlin” o “Ronchi”, che indica terreni disboscati), Valmagra: tutte borgate in passato abitate da contadini mentre Torri del Benaco, giù in riva al lago di Garda, rinserrato nelle mura, era abitato da pescatori, mercanti e soldati.
Alcune immagini di Caprino dove ho pernottato