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Le Spurghe di S.Urbano, gioiello geologico del vicentino
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Ma cominciamo con ordine.....MONTECCHIO MAGGIORE
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La nostra escursione
Pochi sono al corrente di questo autentico angolo di paradiso naturalistico, incastonato tra le colline montecchiane in località Sant'Urbano. Un concentrato di natura: flora, fauna e suggestivi fenomeni geologici si mostrano al visitatore che non può non restare meravigliato di fronte a tanto spettacolo. L'escursione inizia dal piazzale della chiesa di Sant'Urbano (frazione di Montecchio Maggiore di qualche decina di metri più alta della sede comunale) e si visitano subito le Spurghe, poste appena fuori dell'abitato. Per strade antiche, ormai asfaltate di modernità e sentieri tracciati da carriaggi e trattori ci portiamo verso Sovizzo Colle, dove la chiesa dell'Annunziata sovrasta la non lontana pianura e mostra in lontananza i castelli della Villa e della Bellaguardia che videro nascere la storia di Romeo e Giulietta, dalla penna di Luigi da Porto.
Qui è prevista la sosta pranzo alla pizzeria al Colle (ottima sia la pizza che la birra n.d.r.). Si riprende nel pomeriggio verso nord-ovest ritornando al nostro punto di partenza.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/media -
LUNGHEZZA: 12km -
DISLIVELLO: 400m -
DURATA: 4h 30m ore senza contare le soste
Qui è prevista la sosta pranzo alla pizzeria al Colle (ottima sia la pizza che la birra n.d.r.). Si riprende nel pomeriggio verso nord-ovest ritornando al nostro punto di partenza.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/media -
LUNGHEZZA: 12km -
DISLIVELLO: 400m -
DURATA: 4h 30m ore senza contare le soste
.....tempo per un caffè... a S.Trinità
In partenza.... a S.Urbano
Cunicoli stretti da rocce a strapiombo, in mezzo ad una natura selvaggia e suggestiva. Le Spurghe, come toponimo derivano dal latino “speluncula” che significa “roccia selvaggia”. Il termine risale al XVI secolo e sta ad indicare un luogo denominato in passato anche “Sgreve”, nonché “Castellare” a causa di una fortificazione probabilmente longobarda, esistente un tempo sopra di essa. S. Urbano infatti è stato centro collinare importante per questo popolo, qui insediatosi per l’abbondanza d’acqua e probabilmente per la vicinanza di queste Spurghe, le cui vie di accesso erano facilmente difendibili. Nell’ultima guerra una trentina di partigiani locali si sono là nascosti, durante l’inverno 1944/45. Per tedeschi e fascisti era impossibile, oltre che pericoloso, tentare di snidarli. Le fratture e i cunicoli si sono formati per il collassamento delle rocce arenacee di età miocenica (circa 18-20 milioni di anni fa) sulle sottostanti rocce calcaree incarnite. Per la scarsa coerenza di tali rocce, l’area risulta infida ai visitatori che non la conoscono bene. Le “Spurghe” di S. Urbano sono una decina e raggiungono uno sviluppo di circa 650 metri. Esistono poi cunicoli sotterranei e cavità, che sono stati esplorati ad opera del gruppo speleologico Proteo di Vicenza. La quasi totale assenza del sole e la presenza di versanti angusti e profondi danno al luogo un accentuato grado di umidità, per tutta l’area, che permette la sopravvivenza di muschi, licheni e felci. Qui le robinie, gli olmi, le querce e i carpini salgono alti in cerca del sole, avvinghiati, da rovi e vitalbe. Dal lato faunistico, le Spurghe sono sempre state rifugio di volpi e altri animali, come tassi, ghiri, faine e di varie specie di serpentelli (Biacco, Saettone….). Sono anche luoghi ideali per gli uccelli. La zona delle Spurghe è un piccolo paradiso naturale, per la cui visita è consigliato l’accompagnamento di guide.
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Risalente al XV sec., la chiesa di S. Reparata sorge nella frazione di Vigo. Fu soggetta a numerosi rifacimenti: al suo interno è presente una lapide che riporta la data del 1561 ed è stata totalmente rinnovata nel XVII sec. Durante il restauro, nel 2000, togliendo gli intonaci della facciata si è scoperto un oculo, successivamente chiuso, che si presume risalga alla chiesa romanica dell' XI sec. All’ interno è presente un dipinto del pittore udinese Rocco Pitacco, raffigurante il martirio di S. Re parata. Vicino all’ abside si trova il campanile a canna, risalente al '600.
Chiesa di S.Maria Annunciata di Sovizzo Colle
Sembra che dove sorge ora la chiesa un tempo si ergesse un castello, eretto dal vescovo di Vicenza. Le origini dell’edificio sacro sono documentate fin dal XII sec., anche se della chiesa originaria non rimane traccia, distrutta da Ezzelino da Romano nel 1240. Ricostruita sul finire del XVI secolo fu rimaneggiata fino al XVIII, periodo in cui fu realizzato l'altar maggiore, capolavoro dei fratelli Merlo. La chiesa seicentesca era impostata su una sola navata con abside quadrata; tra il 1676 e il 1680 venne ampliato il coro e a metà del 1700 venne allungata la navata. Nel 1743, quando venne consacrata, non esistevano le navate laterali; quella di destra fu realizzata nel 1785 e quella di sinistra nel 1889. All’interno sono presenti: un crocifisso risalente al 1688; la statua cinquecentesca della Madonna dei Battuti; alcune statue del Marinali (1693) in pietra chiara, posizionate ai lati dell’altare maggiore. Degni di nota gli altri altari risalenti al '700 dedicati alla Madonna dei Battuti, con colonne in marmo rosa di Verona, a s.Rocco e s.Sebastiano, a s. Caterina, S.Lucia, S Apollonia, alla Madonna del Rosario con i 15 misteri del Rosario, di Francesco Maffei, dipinti su formelle di rame. |
Scavi archeologici conodotti negli anni '90 dalla Soprintendenza Archeologica dei Veneto in Via degli Alpini hanno accertato la frequentazione della zona di Sovizzo alla fine dei IV e durante il III millennio a.C. (età. tardo-neolitica ed eneolitica o del rame). Su un antico dosso alluvionale è stato scoperto un complesso di strutture megalitiche con funzione sacrale-funeraria.
Si tratta di alcune sepolture costituite da accumuli ordinati di pietre alle quali si accede lungo un doppio corridoio di 25 metri marcato da grossi ciottoli fluviali allineati e da tre stele verticali di pietra all'ingresso. In uno dei circoli funerari è stato rinvenuto un corpo rannicchiato e semibruciato, corredato da punte di freccia in selce di pregevole fattura.
Per l'unicità e l'importanza dei ritrovamento, riscontrabile con l'area megalitica di S. Martino di Aosta, si è attivata la costruzione in loco di un museo che ospiterà anche altri reperti della storia di Sovizzo. Dell'epoca romana si ha testimonianza in alcune antiche iscrizioni murate nelle chiese di S. Daniele e di Sovizzo-Alto, la più importante delle quali era dedicata alla Dea Diana ed è probabile che facesse parte di un tempio.
Tra il VI e l'VIII secolo s'insediavano a Sovizzo i Longobardi: in località Le Battaglie fu scoperta all'inizio del secolo una grande necropoli con decine e decine di tombe corredate da moltissimo materiale tra cui: coltelli, spade, lance, umboni di scudo, fibbie, pettini, perle vitree e altri oggetti. Antichi autori affermano che "si vedono certi vestigi di un antichissimo castello nel Monte presso la Chiesa": anche se i primi documenti lo citano agli inizi del Duecento, forse era un castello vescovile eretto verso il X secolo contro le invasioni degli Ungari, certo è che molto ha significato per le nostre genti poichí "Castello" viene ancora chiamato il luogo dove oggi sorge il gruppo parrocchiale di S. Maria Annunziata a Sovizzo-Colle.
Si tratta di alcune sepolture costituite da accumuli ordinati di pietre alle quali si accede lungo un doppio corridoio di 25 metri marcato da grossi ciottoli fluviali allineati e da tre stele verticali di pietra all'ingresso. In uno dei circoli funerari è stato rinvenuto un corpo rannicchiato e semibruciato, corredato da punte di freccia in selce di pregevole fattura.
Per l'unicità e l'importanza dei ritrovamento, riscontrabile con l'area megalitica di S. Martino di Aosta, si è attivata la costruzione in loco di un museo che ospiterà anche altri reperti della storia di Sovizzo. Dell'epoca romana si ha testimonianza in alcune antiche iscrizioni murate nelle chiese di S. Daniele e di Sovizzo-Alto, la più importante delle quali era dedicata alla Dea Diana ed è probabile che facesse parte di un tempio.
Tra il VI e l'VIII secolo s'insediavano a Sovizzo i Longobardi: in località Le Battaglie fu scoperta all'inizio del secolo una grande necropoli con decine e decine di tombe corredate da moltissimo materiale tra cui: coltelli, spade, lance, umboni di scudo, fibbie, pettini, perle vitree e altri oggetti. Antichi autori affermano che "si vedono certi vestigi di un antichissimo castello nel Monte presso la Chiesa": anche se i primi documenti lo citano agli inizi del Duecento, forse era un castello vescovile eretto verso il X secolo contro le invasioni degli Ungari, certo è che molto ha significato per le nostre genti poichí "Castello" viene ancora chiamato il luogo dove oggi sorge il gruppo parrocchiale di S. Maria Annunziata a Sovizzo-Colle.
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...e il camminar m'è dolce in queste lande. Alla prossima.