Mi piace scrivere poesie e ne ho scritta una sulla piaga che ci ha afflitto e continua ad affliggerci. Perché come diceva qualcuno: "Ogni vita è sacra, anche quella del tuo nemico"
Covid19 Questa mascherina ti imbriglia le parole Te le mette in bottiglia e te le serve amare Amare che verbo che qui è aggettivato Per una sigla infame di un sogno avvelenato Ci hanno chiusi in casa, costretti all’esistenza Ci hanno lasciati privi di lavoro e assistenza Hanno proclamato eroe chi eroe non è mai stato Ha solo lottato contro il diritto al suo passato Un passato che ancora non ci ha insegnato niente Un’altra bocciatura di un asino ripetente Tromboni che da soli dal calore della loro mediocre esistenza Pontificano su tutto, soprattutto sulla scienza Abbiamo sempre detto che le infamie del passato Non erano parte di noi ma di un sogno mal sognato Ora che però tutti si fingono sapienti Illudendosi di contare per potere andare avanti Un popolo di pecore che segue i suoi pastori Che da a tutti un nome, li grida “untori!” Gli stessi che un tempo vollero conquistare le terre degli altri, fino ad altri cieli ed altro mare ora danno la colpa a Tizio, agli alieni e pure a Caio senza accorgersi che loro han fatto della Terra un letamaio Ed a chi li guida, a tentoni, nella nebbia Non sanno dire e dare altro che sputi, grida e rabbia Io in due mesi che ho passato struggendomi da solo Ho perso il mio tempo, la mia gioia ed il mio suolo L’amore che avevo e che permeava il mio cielo Si è sciolto nell’acido di questo virus-veleno Andrà tutto bene era questo il grido Ma forse può dirlo solo chi non è già più vivo Stiamo ricominciando e la parola dice tutto Ritireremo fuori la baionetta ed il moschetto Per combattere di nuovo la battaglia di qualcun altro Senza fine senza tempo senza aver, di nuovo, imparato. |