Il percorso parte dal parcheggio di Ceniga di Dro situato di fronte alla via Al Ponte. Per eventuali soste preescursione fermarsi prima, lungo la strada perché Ceniga è sprovvista di esercizi pubblici (almeno nei pressi della partenza). Attraversiamo subito il ponte romano sul torrente Sarca. Il sentiero percorre la parte sommitale del Colt e del Colodri, sovrastando la parete dove si sviluppa la via ferrata del Monte Colodri. Passiamo quindi alla località Laghel dove è situata la chiesa-Santuario di Santa Maria di Laghel e da qui, in discesa, raggiungiamo la rupe all'imbocco della stradina che conduce all'entrata del castello di Arco. Da questa posizione vista mozzafiato sulla valle del Sarca e sul lago di Garda. Il sentiero ci porta quindi ad Arco dove è prevista la sosta pranzo a sacco o presso una struttura convenzionata (Rist. Alla Lega all'interno del palazzo cinquecentesco di Nicolò). Completiamo infine il giro nel pomeriggio chiudendo l'anello e passando di fianco all'eremo di San Paolo, molto bello e vicino al nostro punto di partenza.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': media EE (Tratti attrezzati verso la cima) - DISLIVELLO ATTIVO: 483m -
LUNGHEZZA: 11 km - DURATA: 4,5 ore senza contare le soste.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': media EE (Tratti attrezzati verso la cima) - DISLIVELLO ATTIVO: 483m -
LUNGHEZZA: 11 km - DURATA: 4,5 ore senza contare le soste.
Ceniga
Ceniga, per la sua storia, deve fare riferimento alla storia del borgo maggiore Dro, del cui comune fa parte insieme a Pietramurata. L'area fu colonizzata già in età romana ma l'abitato venne citato come Dro o de Dro solo nel 1307. Nicolò d'Arco lo chiamò Dronum e Dronium, e in seguito vennero riportati i nomi Drona e Drone. Nel corso dei secoli due famiglie ebbero la supremazia sul territorio: la famiglia dei Sejani legata al castello detto Dos del Castel e che ottennero il riconoscimento vescovile nell'XI secolo e, in seguito, la potente famiglia d'Arco. Il 15 ottobre 1810 un incendio provocò ingenti danni agli edifici storici.
E poi verso il Colt
Il ponte Romano
Le origini del cosiddetto ponte romano sono incerte, anche se appare plausibile che in tempi remoti potesse servire ad attraversare il fiume Sarca nel punto in cui l’antico tracciato delle strade provenienti da Arco e da Laghel raggiungevano la frazione di Ceniga. Le iscrizioni murate sulle spallette del manufatto ricordano che questo venne ricostruito nel 1719 dopo una piena del fiume e ancora nel 1868 in seguito alla demolizione ordinata dagli Austriaci negli eventi della terza guerra d’indipendenza.
Le origini del cosiddetto ponte romano sono incerte, anche se appare plausibile che in tempi remoti potesse servire ad attraversare il fiume Sarca nel punto in cui l’antico tracciato delle strade provenienti da Arco e da Laghel raggiungevano la frazione di Ceniga. Le iscrizioni murate sulle spallette del manufatto ricordano che questo venne ricostruito nel 1719 dopo una piena del fiume e ancora nel 1868 in seguito alla demolizione ordinata dagli Austriaci negli eventi della terza guerra d’indipendenza.
Colodri
Arco e ritorno
Alcune testimonianze e studi sul territorio hanno potuto stabilire che durante il periodo del neolitico diverse popolazioni - di origine ancora sconosciute - abitarono le zone della piana del fiume Sarca, fondando nell'età del bronzo e in quella del ferro nuovi insediamenti abitativi.
Nel XII secolo subì l'occupazione di una signoria proveniente dalla Baviera che riuscì a conquistare il castello, quest'ultimo forse eretto dall'imperatore Teodorico, ottenendo in seguito l'ufficiale investitura feudale di Arco dal vescovo di Trento Altemanno.
Arco fu quindi una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono ampiamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260.
Nei secoli successivi il borgo - dopo essere stato più volte saccheggiato e incendiato - divenne dominio dei Visconti, degli Scaligeri e della Repubblica di Venezia. Seguì quindi l'annessione all'Impero austriaco (dopo l'epoca napoleonica) e sarà solo dopo il termine della Prima guerra mondiale che entrerà a far parte del Regno d'Italia.
Nel XII secolo subì l'occupazione di una signoria proveniente dalla Baviera che riuscì a conquistare il castello, quest'ultimo forse eretto dall'imperatore Teodorico, ottenendo in seguito l'ufficiale investitura feudale di Arco dal vescovo di Trento Altemanno.
Arco fu quindi una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono ampiamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260.
Nei secoli successivi il borgo - dopo essere stato più volte saccheggiato e incendiato - divenne dominio dei Visconti, degli Scaligeri e della Repubblica di Venezia. Seguì quindi l'annessione all'Impero austriaco (dopo l'epoca napoleonica) e sarà solo dopo il termine della Prima guerra mondiale che entrerà a far parte del Regno d'Italia.
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