Ho intrapreso il Cammino Iacopeo d’Anaunia per la prima volta qualche anno fa (2015) in seguito alla visione, durante una escursione in Valle di Non, di qualche cartello inerente che mi scatenò la curiosità. Ho sempre cercato, nel mio inconsapevole peregrinare per il mondo, una giustificazione spirituale a quel mio accendersi l’animo in prossimità di un edificio sacro. Quando si è ragazzi, o perlomeno quando lo ero io, la religione veniva imposta come imprescindibile tappa della nostra storia, prima con il battesimo in cui tu sei solo un esserino vociante perennemente affamato, poi con i sacramenti amministrati nel periodo scolastico. Forse per questo motivo io, refrattario ad ogni disciplina rigida ed a senso unico, ho sviluppato una idiosincrasia per la religione, soprattutto nelle sue forme più estreme, che per poco non è sfociata nell’ateismo più intransigente. Ho sempre avuto, per le credenze altrui, un sincero rispetto, anche per quelle più improbabili ma le penombre ed i silenzi delle chiese, soprattutto quando deserte, mi hanno sempre infuso una sorta di pace interiore. Credo che ogni religione dovrebbe volgere, in primis, al raggiungimento del benessere interiore, sotto forma di pace e consapevolezza. La vita odierna ci fa correre continuamente, spesso a sproposito, trasformandoci in macchine da produzione, non importa di cosa, basta che sia veloce e redditizia. Credo che questo modo di vivere e pensare ci abbia fatto perdere di vista la pace interiore, la visione della nostra felicità intesa come pluralità di emozioni condivise e non come un insieme materiale di cose ed oggetti. Ho ritrovato nel camminare il modo di concentrarmi sul mondo esteriore ed interiore, cogliendo ogni attimo che ritengo significativo con lo scatto della mia macchina fotografica, respirando a pieni polmoni l’aria profumata del bosco, quella tersa dell’alta montagna e quella calda e rassicurante delle operose case rurali. Oltre a tutto ciò in Valle di Non i fiori ed i profumi legati alla tradizione contadina si mescolano con quelli degli incensi e delle candele, nelle storiche chiesette affrescate da mani a volte ignote e che riportano un pensiero e una idea del passato. La Valle ha ritrovato in San Giacomo un etereo filo conduttore che lega la vivida spiritualità di queste terre, oggi forse un po’ appannata dal benessere ma che continua a rifulgere nei palazzi, nelle chiese e nelle strade meravigliose d’Anaunia.
Oggi comincia quindi un nuovo, antico capitolo di questa esaltante avventura che a piccoli passi annuali voglio continuare a percorrere finché i miei piedi avranno la forza di sostenermi.
Oggi comincia quindi un nuovo, antico capitolo di questa esaltante avventura che a piccoli passi annuali voglio continuare a percorrere finché i miei piedi avranno la forza di sostenermi.
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Il Santuario di Madonna di Senale sorge ai piedi del Monte Luco in Alta Val di Non, nel paese di Senale. Viene conosciuta anche con il nome tedesco di Unsere Liebe Frau im Walde (Nostra cara signora del Bosco). Varie leggende circondano il luogo di pellegrinaggio, considerato tra i più antichi del Tirolo e del Triveneto. Viene menzionata per la prima volta nel 1194 come convento con ospizio per pellegrini passanti il Passo Palade, dopo la fondazione da parte della fraternità degli ospitalieri nel 1.184, il monastero e la chiesa passarono sotto l’egida dell’ordine agostiniano nel 1.224. Dal 1.807 ad oggi il santuario fa parte dell’ordine Benedettino di Muri Gries presso Bolzano.
Architettonicamente, dall’esterno la chiesa presenta una struttura semplice scoprendosi poi, al suo interno, ricca di altari e altre opere d’arte: in stile gotico, con i suoi altari barocchi riccamente intagliati e l'immagine votiva della Vergine, patrona di Senale. Al centro spicca l’immagine miracolosa della “Madonna del Bosco”, risalente al 1430 circa, in una nicchia dorata sopra l’altare maggiore. L’organo attuale fu costruito nel 1868, utilizzando anche parti di quello precedente risalente al 1668.
La S. Messa viene qui celebrata in lingua tedesca, tuttavia, da luglio a metà settembre, viene celebrata anche una messa in italiano la domenica.
Ad inizio agosto solitamente viene organizzato un pellegrinaggio verso la Madonna di Senale con partenza dalla Basilica dei SS. Martiri di Sanzeno. Il tragitto percorre l'intera Alta Val di Non su panoramiche stradine e mulattiere di montagna, le stesse che sono ora collegate nella prima tappa del Cammino Iacopeo d'Anaunia.
Architettonicamente, dall’esterno la chiesa presenta una struttura semplice scoprendosi poi, al suo interno, ricca di altari e altre opere d’arte: in stile gotico, con i suoi altari barocchi riccamente intagliati e l'immagine votiva della Vergine, patrona di Senale. Al centro spicca l’immagine miracolosa della “Madonna del Bosco”, risalente al 1430 circa, in una nicchia dorata sopra l’altare maggiore. L’organo attuale fu costruito nel 1868, utilizzando anche parti di quello precedente risalente al 1668.
La S. Messa viene qui celebrata in lingua tedesca, tuttavia, da luglio a metà settembre, viene celebrata anche una messa in italiano la domenica.
Ad inizio agosto solitamente viene organizzato un pellegrinaggio verso la Madonna di Senale con partenza dalla Basilica dei SS. Martiri di Sanzeno. Il tragitto percorre l'intera Alta Val di Non su panoramiche stradine e mulattiere di montagna, le stesse che sono ora collegate nella prima tappa del Cammino Iacopeo d'Anaunia.
Nel piccolo paese di Lauregno, la località più a sud dell’Alta Val di Non, vi aspetta un’atmosfera unica, quasi da favola. La zona è circondata da diversi gruppi montuosi: le Maddalene, i gruppi del Brenta, i ghiacciai della Presanella. La vista panoramica arriva addirittura fino al famoso Catinaccio.
Lauregno fu menzionato per la prima volta nel 1274 con il nome latino „Laurus“ che significa alloro. Masi antichissimi si spargono attorno al centro del paese, dove si trova anche la chiesa parrocchiale in stile tardogotico.
Lauregno fu menzionato per la prima volta nel 1274 con il nome latino „Laurus“ che significa alloro. Masi antichissimi si spargono attorno al centro del paese, dove si trova anche la chiesa parrocchiale in stile tardogotico.
La Valle di Rumo è percorsa dal Torrente Lavazzè, affluente di destra del Torrente Pescara, ed è una bellissima, alpestre appendice della meravigliosa Anaune. Le fa da cornice la nota catena delle Maddalene e proprio alle pendici orientali del Monte Stùbele 2671 m, in un anfiteatro glaciale della parte centrale di questo gruppo montuoso, tra il Monte Pin 2429 m e la Cima degli Olmi 2656 m, nasce il torrente Lavazzè.
Alla testata della Valle si collocano alcuni valichi d’alta quota, un tempo assai frequentati che collegano la Val di Rumo con quella di Bresimo (Passo Binasia) e con la Val d’Ultimo (Passo Lavazzè e Passo Termen da Val). Rumo che non è un toponimo di paese ma di valle e dell’intero territorio comunale, ha come sede amministrativa Marcena e comprende le frazioni di Corte Inferiore, Corte Superiore, Lanza, Mocenigo, Marcena, Mione e le località di Ronco, Scassio, Cenigo, Nati. L’omonima Valle di Rumo, per la sua individualità, si stacca nettamente dal paesaggio tipo del resto della Valle di Non, andando quasi a formare un angolo appartato. Il parziale isolamento ha conferito alla zona un suo tipico carattere alpestre ed edilizio.
Marcena, centro del comune, è ideale base di partenza per escursioni brevi o traversate impegnative, nonché per le ascensioni alle più alte vette del settore centrale delle Maddalene. La piazza è delimitata da vecchie case rustico – signorili, adornate da pitture, alcune delle quali recentemente affrescate. Mocenigo, abitato allungato ai bordi della strada che sale a Lanza, è un classico villaggio alpino dalle case imponenti e affrescate.
Lanza è la frazione più elevata del comune 1111 m; dall’ isolata chiesa di S. Vigilio si gode infatti uno dei panorami più estesi dei dintorni.
In direzione di Lauregno, a 1 Km da Marcena, si attraversa la frazione di Mione e da qui in pochi minuti si sale a Corte Inferiore, sede della magnifica chiesetta dedicata a S. Udalrico. La chiesa sorge nella frazione di Corte Inferiore di Rumo, in posizione isolata rispetto al resto delle costruzioni dell’abitato.
Vero tesoro d’arte sia per la struttura architettonica che per gli affreschi che decorano gli interni, è ricordata a partire dal 1327. La navata unica è sormontata all’interno da una volta lavorata a nervature. L’arco santo a ogiva è sostenuto da pilastri in pietra grigia i cui capitelli sono decorati con faccine d’angelo e motivi floreali.
La parete di destra è decorata con un prezioso ciclo di affreschi, datato 1471, realizzato dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis. Il ciclo, diviso in due registri, rappresenta l’Ultima Cena, Santa Barbara e San Barnabè nella porzione superiore e Re David, Santo Stefano ed altri Santi in quella inferiore. Di paternità dei fratelli Baschenis anche gli affreschi esterni raffiguranti San Benedetto e la Madonna in trono. La chiesa conserva inoltre l’altare maggiore in legno policromo databile tra il 1688 e il 1694 opera dell’intagliatore Giacomo Bezzi.
Alla testata della Valle si collocano alcuni valichi d’alta quota, un tempo assai frequentati che collegano la Val di Rumo con quella di Bresimo (Passo Binasia) e con la Val d’Ultimo (Passo Lavazzè e Passo Termen da Val). Rumo che non è un toponimo di paese ma di valle e dell’intero territorio comunale, ha come sede amministrativa Marcena e comprende le frazioni di Corte Inferiore, Corte Superiore, Lanza, Mocenigo, Marcena, Mione e le località di Ronco, Scassio, Cenigo, Nati. L’omonima Valle di Rumo, per la sua individualità, si stacca nettamente dal paesaggio tipo del resto della Valle di Non, andando quasi a formare un angolo appartato. Il parziale isolamento ha conferito alla zona un suo tipico carattere alpestre ed edilizio.
Marcena, centro del comune, è ideale base di partenza per escursioni brevi o traversate impegnative, nonché per le ascensioni alle più alte vette del settore centrale delle Maddalene. La piazza è delimitata da vecchie case rustico – signorili, adornate da pitture, alcune delle quali recentemente affrescate. Mocenigo, abitato allungato ai bordi della strada che sale a Lanza, è un classico villaggio alpino dalle case imponenti e affrescate.
Lanza è la frazione più elevata del comune 1111 m; dall’ isolata chiesa di S. Vigilio si gode infatti uno dei panorami più estesi dei dintorni.
In direzione di Lauregno, a 1 Km da Marcena, si attraversa la frazione di Mione e da qui in pochi minuti si sale a Corte Inferiore, sede della magnifica chiesetta dedicata a S. Udalrico. La chiesa sorge nella frazione di Corte Inferiore di Rumo, in posizione isolata rispetto al resto delle costruzioni dell’abitato.
Vero tesoro d’arte sia per la struttura architettonica che per gli affreschi che decorano gli interni, è ricordata a partire dal 1327. La navata unica è sormontata all’interno da una volta lavorata a nervature. L’arco santo a ogiva è sostenuto da pilastri in pietra grigia i cui capitelli sono decorati con faccine d’angelo e motivi floreali.
La parete di destra è decorata con un prezioso ciclo di affreschi, datato 1471, realizzato dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis. Il ciclo, diviso in due registri, rappresenta l’Ultima Cena, Santa Barbara e San Barnabè nella porzione superiore e Re David, Santo Stefano ed altri Santi in quella inferiore. Di paternità dei fratelli Baschenis anche gli affreschi esterni raffiguranti San Benedetto e la Madonna in trono. La chiesa conserva inoltre l’altare maggiore in legno policromo databile tra il 1688 e il 1694 opera dell’intagliatore Giacomo Bezzi.
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Ed infine giungemmo a Marcena, ridente paesello dove ci accingemmo al calar del giorno ed al riposo