Una assolata domenica di fine primavera-ormai estate, una gita in Valpolicella dal sapore del pellegrinaggio spiritual-eno-gastronomico. Camminando tra le viti, avviantesi a dare l' ottimo Valpolicella ( si spera e di seguito Recioto, Ripasso, Amarone) sudiamo arrancando sulla salitella trasportanteci al Santuario tra nuovi ed antichi casolari, muri delimitanti e panorami avvolgenti. Sui colli veronesi deputati alla produzione dell'eccellenza vitivinicola, il nostro gruppo percorre con difficoltà, nonostante il non grosso dislivello, le strade ormai asfaltate di quelle che erano le vie del commercio. Arriviamo verso mezzogiorno, col solleone, al Santuario di Valverde. Panorama spettacolare sulla sottostante valle e poi giù verso l'ottimo ristorante ai Torcoli. Per finire in bellezza la camminata, passaggio (con assaggio) all'Azienda Agricola Fasoli (grazie Franco mentre scrivo sto sorseggiando il tuo Amarone) e ritorno, con stanchezza ma con gaiezza, a Valgatara per il bicchiere della staffa (autisti esclusi). Sotto la presentazione che ne aveva fatto Lucio.
Una facile escursione a piedi e ad anello che ha il sapore di un piccolo vero pellegrinaggio al Santuario di Santa Maria Valverde (Marano di Valpolicella) con partenza da Valgatara e quindi nel cuore del Valpolicella. Una camminata adatta a tutti, anche ai meno allenati e alle famiglie. Cammineremo in mezzo ai nostri splendidi vigneti in lieve salita passando da Pezza di Marano e facendo il giro del monte Castelon, pieno di storia e di tradimenti. Giungeremo al Santuario alle 12 dove potremo assistere ad una S.Messa al suo interno. Quindi, in mezzoretta ed in discesa, giungeremo in località Crocetta dove faremo un pranzo sociale in una splendida struttura convenzionata. Dopo di che, sempre scendendo con direzione sud, passeremo dalla località Sant'Urbano dove è prevista per tutti una degustazione di vino Recioto in una cantina, poco distante dal nostro punto di partenza.
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/turistica
DISLIVELLO: 450m
DISTANZA: 12 km
DURATA: 4 ore senza conteggiare le soste
CARATTERISTICHE:
DIFFICOLTA': facile/turistica
DISLIVELLO: 450m
DISTANZA: 12 km
DURATA: 4 ore senza conteggiare le soste
La Valpolicella (Valpołexèła in dialetto veronese) è la zona collinare che precede l'inizio delle Prealpi Veronesi, nella Regione Veneto. Essa comprende il territorio di sette comuni, tutti appartenenti alla provincia di Verona. La valle, che si estende per 240 km²[2], confina a sud con il fiume Adige, è delimitata ad est dalle colline di Parona e di Quinzano e dalla Valpantena, mentre a nord si protrae fino ai monti Lessini. A ovest è invece separata dalla valle dell'Adige dal monte Pastello. Rinomata fin dai tempi di Roma antica per la viticoltura, e in particolare per il vino Amarone, è altresì importante per l'estrazione del marmo rosso di Verona. Dal punto di vista architettonico, il paesaggio della Valpolicella è adornato di ville venete di grande pregio ed è abbellito da capitelli, chiesette, pievi, contrade e corti, che arricchiscono il territorio con testimonianze di anni di storia.
(Da Wikipedia, quindi le parole in blu sono link ad altre voci).
(Da Wikipedia, quindi le parole in blu sono link ad altre voci).
Valgatara è il nucleo abitativo più numeroso del comune di Marano Valpolicella. Con gli ampliamenti e le nuove costruzioni, tenendo conto delle frazioni vicine, qui vi risiede circa la metà della popolazione del comune di Marano. Anche quando la sua importanza non era dovuta al numero di abitanti, la frazione ha sempre cercato una sua identità e sempre confrontata alla pari con il capoluogo. Se guardiamo alla storia passata, tentativi di autonomia o percorsi diversi, sono stati cercati. Forse non è mai stata comune, nel senso attuale della parola, ma in un documento del 1506, si parla di una convenzione tra sacerdoti della pieve di San Floriano " et communem et homines de Vargataria". Molto probabilmente si parla di "comunità e uomini (capifamiglia) di Valgatara" ma che sicuramente era organizzata in "vicinia" presieduta da un "massaro". Dopo circa trecento anni, nel 1797, viene concessa alla parrocchia di Valgatara l'autonomia dalla pieve di San Floriano. La voglia di distinguersi è ancora ben presente nei nativi, per esempio questo si nota nell'indicare Valgatara di Valpolicella, tralasciando il comune. Una delle ipotesi circa l'origine del nome Valgatara, sembra legata alla sconfitta dei Visigoti di Alarico avvenuta in queste terre ad opera del generale romano Onorio. Inizialmente indicata come Vallis Gothorum, poi per corruzione Valgatara.
Oltrepassato Marano, posto nel cuore della Valpolicella, attorno una fertile piana torrentizia, fiancheggiata da ameni rilievi lungo i confini con le valli di Fumane e Negrar, si arriva ai piedi del monte Castelon. E' il rilievo più importante costituito da una cresta alta 580 metri, dalla cui sommità l'occhio può spaziare su vastissimo orizzonte: dalle colline a sud del lago di Garda fino al monte Baldo, dal monte Carega sui Lessini e dalle ultime propaggini di questi fino alla lontana pianura. Sul vertice del Castelon sorgeva un castello fatto erigere, secondo la tradizione, dal console Caio Mario dopo aver vinto i Cimbri; il castello, passato poi agli Scaligeri, fu abbattuto nel 1325. Sul pendio del Castelon sorgeva un tempio dedicato alla dea Minerva. probabilmente sulle rovine del tempio o almeno nelle vicinanze, molto più tardi sarebbe stata costruita l'attuale chiesa di Santa Maria Valverde. La chiesa che dall'alto di un colle domina l'abitato di Pezza e Purano, ha un'origine molto antica. L'attuale risale al 1682, come si può rilevare dall'iscrizione posta sopra il barocco altare maggiore; subì ampliamenti e modifiche che la portano alla struttura di oggi. La pianta della chiesa è a tre navate e a tre absidi. Nell'interno è venerata la miracolosa statua lignea della Madonna con le mani giunte e il bambino adagiato sulle ginocchia, risalente al 1516, che reca sulla parte posteriore del piedistallo la scritta: "Questa Madonna ha fatto fare la compagnia de Santa Maria de Valverda de Castelo da Maran de MDXVI". La festività più solenne che si celebra è la cosiddetta "festa de San Marco" nella domenica successiva il 25 aprile, preceduta dal triduo e conclusa con la solenne processione attorno al Monte Castelon per invocare protezione sui raccolti della terra. Ultimamente questa è diventata l'occasione per molti, che si sono da tempo trasferiti da Marano, per ritornare ed incontrarsi.
A pranzo....
Alla Cantina Fasoli Gino.....